Nonostante le dure persecuzioni attuate dai nazisti, alcuni bambini sul territorio italiano riuscirono a sopravvivere. Diversi furono i fanciulli ebrei che, grazie all'aiuto di famiglie, di Istituzioni religiose cristiane o di comitati ebraici, spesso clandestini, riuscirono a mettersi in salvo nascondendosi in città, oppure nelle campagne. Resta, però, il fatto negativo che la maggior parte di loro non riuscì mai a rivedere la propria famiglia e rimasero orfani. Con lo sfociare della guerra e la successiva capitolazione tedesca, infatti, molti tra questi vennero dispersi e interi nuclei famigliari furono distrutti. Le metodologie con cui venne preservata la vita di questi bambini furono diverse; alcuni optarono per la fuga in Svizzera che costituiva, però, un percorso veramente insidioso; altri scelsero di rimanere in Italia adottando false identità per potersi nascondere e sfuggire ai tedeschi. Si pensa che, in Italia, su circa 4500 ebrei scampati alle persecuzioni, qualche centinaia erano bambini. Diverse furono le testimonianze lasciate da alcuni di questi giovani ebrei, tra cui Luigi Fleischmann, nato a Fiume e internato con la famiglia in Abruzzo. Nel 1943 aveva quindici anni e, per sfuggire alla deportazione da parte dei tedeschi, viveva sotto falsa identità insieme ad altri fuggiaschi, ascoltando clandestinamente la radio inglese. Con il passare del tempo, e con l'avvicinarsi delle truppe naziste, Luigi si rende conto che la vera identità della famiglia potrebbe essere facilmente scoperta, e per questo decide di arruolarsi con i partigiani della zona, anche se era solo un giovane ragazzo. Un'altra testimonianza è quella di Renzo Modiano, che all'età di sette anni è costretto, con il fratello, a rifugiarsi in Abruzzo presso conoscenti, senza avere alcuna notizia dei suoi genitori. Durante i mesi successivi è costretto a cambiare nascondiglio in continuazione, e in tutti i posti in cui si reca è obbligato a rimanere quasi costantemente segregato in casa. Altra storia simile è quella di Emanuele Pacifici; anch'egli, durante il periodo delle persecuzioni naziste, si trovò a fuggire e a nascondersi lontano da casa, in particolare in un Istituto religioso, assumendo identità segrete. Pur essendo un bambino, è costretto ad affrontare non solo il dramma storico della Shoah, ma anche situazioni fin troppo traumatiche per un fanciullo di quell'età. Di queste testimonianze ce ne sarebbero molte altre, ma la cosa importante da dire è che tutte quante hanno, come fattore comune, la tragicità dell'Olocausto. Sebbene in ambiti e contesti diversi, infatti, tutti i bambini che sono riusciti a salvarsi hanno storie simili: l'allontanamento dalla famiglia e dagli affetti più cari, la perdita della propria identità, il rifugio in ambienti in cui non era possibile condurre una vita normale e serena, perchè sempre perseguitati dalla paura di essere scoperti.