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MARCO FRIGG
Marco Frigg, maestro elementare svizzero, con legami familiari in Bassa Valtellina scopre "Al di là del ponte", un libro stampato dal comune di Morbegno; che racconta la storia avventurosa di una famiglia ebrea. Ne resta letteralmente folgorato e decide di andare a conoscere la famiglia Della Nave. Si ripropone di scrivere, in versione ridotta, ciò che viene narrato in "Al di là del ponte", arricchendo con testimonianze e con fotografie di quel tempo. Il comune di Morbegno ha intitolato alla famiglia Della Nave una via nella frazione di Campovico, mentre Marco Frigg ha provveduto personalmente ad apporre una targa sulla facciata della chiesa di San Bello: “IN MEMORIA DELLA FAMIGLIA DI GIOVANNI E MARIA DELLA NAVE CHE IN QUESTI LUOGHI NEGLI ANNI 1943 -1945 CON PROPRIO GRAVISSIMO RISCHIO OFFRÌ ASILO CLANDESTINO AGLI EBREI TEDESCHI FILIPPO ZIMET LA MOGLIE ROSALIA E LA FIGLIA REGINA”. Il libro narra l'odissea di Regina Zimet, una ragazza ebrea di tredici anni, nata a Lipsia nel 1931. La mattina del 30 novembre 1943 vennero svegliati dalla notizia che gli Ebrei in Italia, sarebbero stati arrestati, espropriati e deportati in Germania. Così decisero di tentare la fuga in Svizzera grazie all'aiuto dato da amici, conoscenti e preti. Dalla provincia di Bergamo, dopo un lungo periodo di peripezie tra i monti, giunsero a Morbegno dove furono aiutati da don Angelo Milani, allora parroco di Albaredo e da un altro sacerdote, don Luigi Del Nero parroco a Campovico. Successivamente, vennero accolti nella casa dei Della Nave, una famiglia di contadini di San Bello, un paesino vicino Morbegno, che pur poveri condivisero tutto ciò che possedevano con gli Zimet. Questi ultimi, inizialmente, vivevano nascosti nella casa di questa famiglia, ma successivamente dovettero uscire allo scoperto fingendosi parenti dei Della Nave, imparando la lingua e cercando di essere il più disinvolti possibile anche di fronte ai Tedeschi. La famiglia Zimet viveva tra continue paure e speranze, infatti più volte rischiarono di essere scoperti; questo avrebbe comportato la loro deportazione e la fucilazione della famiglia ospitante. Nel frattempo gli Alleati stavano liberando il Nord causando la ritirata dei Tedeschi. La casa della famiglia della Nave diventò il quartier generale dei partigiani e finalmente furono liberi. Gli Zimet vennero ospitati per 16 mesi a San Bello. A guerra finita il Comitato di Liberazione aiutò i bisognosi tra cui gli Zimet. Giunto il momento triste dei congedi e ringraziamenti verso la famiglia che aveva salvato loro la vita, partirono per Bergamo. Durante il periodo di "prigionia" gli Zimet avevano maturato l'idea di volersi ricostruire una nuova vita in Palestina. Regina Zimet, a differenza di Anna Frank sopravvisse alla guerra ed emigrò con i suoi genitori in Palestina. Gli Zimet visitarono regolarmente, fino alla loro morte, la famiglia Della Nave al paese di San Bello.