"Con viva preoccupazione"
Mit brennender Sorge (in lingua italiana Con viva preoccupazione) è
una famosa enciclica di papa Pio XI scritta in tedesco e pubblicata il 10 marzo
1937. Indirizzata ai vescovi tedeschi, ed eccezionalmente redatta in tedesco per
facilitarne la diffusione e la lettura nelle chiese del Paese, l'enciclica è
incentrata "sulla situazione religiosa nel Reich tedesco".
L'enciclica, che porta la data del 14 marzo, venne letta nelle parrocchie tedesche
il 21 marzo e divulgata alla stampa il giorno successivo.
Come è uso per le encicliche, il titolo del documento è tratto dalle
prime parole del testo, con la peculiarità che, essendo stata
scritta in tedesco per semplificarne la diffusione tra il clero ed il popolo
tedesco ai quali è indirizzata, la denominazione ufficiale è parimenti
in tedesco, anzichè in latino. È la sola lettera enciclica di un papa
edita ufficialmente in tedesco.
STORIA
Il 20 luglio 1933 papa Pio XI aveva stipulato con il governo tedesco un concordato
(Reichskonkordat) che garantiva alcuni diritti alla Chiesa cattolica, in particolar
modo per quanto concerneva l'insegnamento religioso. Le motivazioni del concordato
da parte cattolica sono ricordate all'inizio dell'enciclica:
"Quando Noi [...] nell'estate del 1933, a richiesta del governo del Reich,
accettammo di riprendere le trattative per un Concordato, [...] fummo mossi dalla
doverosa sollecitudine di tutelare la libertà della missione salvifica della
Chiesa in Germania e di assicurare la salute delle anime ad essa affidate, e in pari
tempo dal sincero desiderio di rendere un servizio d'interesse capitale al pacifico
sviluppo e al benessere del popolo tedesco. Nonostante molte e gravi preoccupazioni
[...] Volevamo risparmiare ai Nostri fedeli, ai Nostri figli e alle Nostre figlie
della Germania [...] le tensioni e le tribolazioni che, in caso contrario, si
sarebbero dovute con certezza aspettare, date le condizioni dei tempi.
La Germania nazista venne tuttavia ben presto meno ai patti: durante la notte dei
lunghi coltelli vennero uccisi dei dirigenti di organizzazioni cattoliche
(tra cui spicca Erich Klausener al vertice della Katholische Aktion[]), mentre poco
dopo iniziarono le persecuzioni anticattoliche. Il cardinale Eugenio Pacelli
(futuro papa Pio XII e allora cardinale segretario di Stato) rivolse invano, dal
1933 al 1939, 45 note di protesta al governo tedesco. Secondo il testo dell'
enciclica Hitler, che viene indirettamente chiamato "inimicus homo" (uomo nemico),
aveva in realtà già in mente di non rispettare i patti, non
avendo altro scopo se non una lotta volta all'annientamento della Chiesa attraverso
la campagna "dell'odio, della diffamazione, di un'avversione profonda, occulta e
palese, contro Cristo e la sua Chiesa, scatenando una lotta che si alimentò
in mille fonti diverse, e si servì di tutti i mezzi."
L'enciclica reca la firma di Pio XI, ma fu materialmente redatta in segreto dai
cardinali Pacelli (che ben conosceva la lingua e la cultura tedesche) e von
Faulhaber (arcivescovo di Monaco e Frisinga). Per non essere intercettata dalla
Gestapo, fu trasmessa segretamente in Germania e tenuta nascosta dai parroci,
spesso all'interno dei tabernacoli.
CONTENUTO
L'enciclica parla della situazione della Chiesa cattolica tedesca e dei suoi membri
nella Germania nazista. Il documento deplora le violazioni del Concordato del 1933
e condanna la dottrina nazionalsocialista come fondamentalmente anticristiana e
pagana:
"Non si può considerare come credente in Dio colui che usa il nome di Dio retoricamente,
ma solo colui che unisce a questa venerata parola una vera e degna nozione di Dio.
[...] Chi, con indeterminatezza panteistica, identifica Dio con l'universo,
materializzando Dio nel mondo e deificando il mondo in Dio, non appartiene ai veri
credenti. [...]Ne è tale chi, seguendo una sedicente concezione precristiana
dell'antico germanesimo, pone in luogo del Dio personale il fato tetro e impersonale, rinnegando la sapienza divina e la sua provvidenza; un simile uomo non può pretendere di essere annoverato fra i veri credenti."
In particolare, il documento condanna in chiari termini il culto della razza e dello
stato, definendoli perversioni idolatriche e dichiarando "folle" il tentativo di
imprigionare Dio nei limiti di un solo popolo e nella ristrettezza etnica di una sola razza:
"Se la razza o il popolo, se lo Stato o una sua determinata forma, se i rappresentanti
del potere statale o altri elementi fondamentali della società umana hanno
nell'ordine naturale un posto essenziale e degno di rispetto; chi peraltro li
distacca da questa scala di valori terreni, elevandoli a suprema norma di tutto,
anche dei valori religiosi e, divinizzandoli con culto idolatrico, perverte e
falsifica l'ordine, da Dio creato e imposto, è lontano dalla vera fede in
Dio e da una concezione della vita ad essa conforme. [...] Solamente spiriti
superficiali possono cadere nell'errore di parlare di un Dio nazionale, di una
religione nazionale, e intraprendere il folle tentativo di imprigionare nei limiti
di un solo popolo, nella ristrettezza etnica di una sola razza, Dio, Creatore del
mondo, re e legislatore dei popoli, davanti alla cui grandezza le nazioni sono
piccole come gocce in un catino d'acqua"
L'enciclica ringrazia poi apertamente i "sacerdoti" e "tutti i fedeli" che "nella
difesa dei diritti della divina Maestà contro un provocante neopaganesimo,
appoggiato, purtroppo, spesso da personalità influenti", adempiono "il proprio dovere di cristiani".
Nel testo viene condannata anche la mistificazione o lo stravolgimento dei contenuti
della fede cristiana:
"Venerabili Fratelli, abbiate un occhio particolarmente vigile, quando nozioni
religiose vengono svuotate del loro contenuto genuino e applicate a significati
profani. "
"Da mille bocche viene oggi ripetuto al vostro orecchio un Evangelo che non è
stato rivelato dal Padre celeste; migliaia di penne scrivono a servizio di una larva
di cristianesimo, che non è il Cristianesimo di Cristo. Tipografia e radio
vi inondano giornalmente con produzioni di contenuto avverso alla fede e alla
Chiesa, e, senza alcun riguardo e rispetto, assaltano ciò che per voi deve
essere sacro e santo."
CONSEGUENZE
La pubblicazione dell'enciclica Mit brennender Sorge diede avvio ad una recrudescenza
in Germania delle persecuzioni contro i cattolici. Nel maggio 1937 1.100 sacerdoti e
religiosi vennero imprigionati, di cui 304 vennero poi deportati nel campo di
concentramento di Dachau nel 1938. Infine le organizzazioni cattoliche vennero
disciolte e l'insegnamento confessionale venne proibito