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Progetto T4: lo sterminio dei disabili
A dare inizio al processo di eutanasia fu un ordine scritto di Adolf Hitler datato 1° settembre 1939. Il testo recitava: "Il Reichsleiter Bouhler e il dottor Brandt sono incaricati, sotto la propria responsabilità , di estendere le competenze di alcuni medici da loro nominati, autorizzandoli a concedere la morte per grazia ai malati considerati incurabili secondo l'umano giudizio, previa valutazione critica del loro stato di malattia." Con questo ordine la macchina per l'eliminazione fisica dei disabili fisici e mentali trovava la sua copertura giuridica.
La macchina della morte si mette in moto: Tiergartenstrasse 4
Subito dopo l'emanazione dell'ordine di Hitler, Phillip Bouhler e Karl Brandt iniziarono ad organizzare la struttura che avrebbe dovuto condurre l'operazione di eliminazione. In primo luogo venne stabilita la sede dell'organizzazione e cioè a Berlino. Lo stabile si trovava al civico numero 4 della Tiergartenstrasse. Proprio da questo indirizzo fu ricavato il nome in codice per l'operazione di eutanasia: "Aktion T4". Mentre Phillip Bouhler si disinteressò presto dell'operazione, Karl Brandt (probabilmente in quanto medico) si impegnò a fondo nella "Aktion T4". L'intero processo di reclutamento venne sviluppato in un'atmosfera di estrema segretezza. Per mantenerla tale vennero create tre strutture fittizie: la Fondazione Generale degli Istituti di Cura che si curava della gestione del personale della "Aktion T4"; l' Associazione dei Lavoratori degli Istituti di Assistenza e cura del Reich che doveva preparare e spedire i questionari destinati a censire i malati ricoverati negli istituti psichiatrici; la Società di Pubblica Utilità per il trasporto degli ammalati, che doveva trasferire i pazienti destinati alla eliminazione dagli Istituti alle cliniche della morte.
Tecnica dell'eliminazione: la prassi della "Aktion T4"
Verso l'autunno del 1939 dalla sede di Berlino della T4 cominciarono a partire i questionari indirizzati agli istituti psichiatrici del Reich. I questionari erano molto generici per non allarmare nessun direttore. Ufficialmente si trattava di un censimento per conoscere le capacità lavorative dei malati. Ovviamente i direttori - che temevano di perdere buona manodopera - compilarono i questionari dichiarando inabili al lavoro anche coloro che invece venivano impiegati proficuamente. In più - considerando la compilazione dei questionari un lavoro inutile e noioso - i direttori delegarono il personale amministrativo degli istituti. Il risultato fu che i questionari venivano riempiti in tutta fretta e in modo totalmente superficiale. Senza saperlo in questo modo migliaia di malati venivano condannati a morte. Quando i questionari tornavano indietro venivano riprodotti in tre copie ed esaminati da tre periti. Il parere dei tre periti veniva inviato ad un quarto perito supervisore che decideva sulla vita o la morte del paziente. Naturalmente il malato non veniva mai realmente visitato.
Una volta decise le persone da eliminare, la sede centrale di Berlino preparava delle liste di trasferimento che inviava ai singoli istituti avvertendo che si preparassero i malati per la partenza. Il giorno stabilito si presentavano uomini della "Società di Pubblica Utilità per il trasporto degli ammalati". I pazienti venivano caricati su grossi pullman dai finestrini oscurati e trasportati in uno dei sei centri di eliminazione: Grafeneck, Bernburg, Sonnenstein, Hartheim, Brandenburg, Hadamar. In questi istituti erano stati predisposti delle camere a gas camuffate da sale docce e forni crematori per l'eliminazione dei cadaveri.
Ai direttori non si indicava la località finale di arrivo del malato, ma un istituto nel quale venivano trattenuti i malati per alcuni giorni. Questa tappa intermedia era stata decisa per evitare che i parenti si recassero nelle cliniche di eliminazione. Una volta arrivati nelle cliniche di eliminazione i malati venivano uccisi dopo pochi giorni. Ai parenti veniva inviata una lettera standard che annunciava la morte per una causa qualsiasi. Si avvertiva che per ragioni sanitarie il cadavere era stato cremato e si avvertiva che l'urna con le ceneri era a disposizione. Si precisava che i beni personali dovevano essere ritirati entro 14 giorni, ma l'invio delle lettere era calcolato in modo tale che, quando la notizia giungeva alla famiglia, i termini utili erano già trascorsi. Una parte dei cervelli venivano sezionati o inviati al "Kaiser Wilhelm Institut" dove una è quipe medica guidata dal professor Julius Hallervorden sviluppava i suoi studi sulla neuropatologia. Per depistare ulteriormente i parenti, i centri di eliminazione venivano scelti in modo da essere il più distante possibile dal luogo di residenza del malato. Naturalmente oltre ai disabili ad essere eliminati in massa furono anche i cosiddetti "psicopatici" (cioè asociali) e gli ebrei sia che fossero sani o che fossero malati.
La resistenza al progetto di eutanasia
Il Programma T4 ebbe il suo svolgimento tra il 1940 ed il 1941 e pose fine alla vita di 70.273 persone classificate come "indegne di vivere".
Questa attività di morte, per quanto fossero state prese tutte le precauzioni necessarie, non poteva rimanere a lungo segreta. In primo luogo lo spostamento attraverso tutto il Reich di così tante persone non passò inosservato alle autorità giudiziarie.
La faccenda era divenuta di dominio pubblico: i cittadini di Hadamar oramai sapevano perfettamente che il fumo nauseabondo che si alzava dal camino della clinica era il frutto della cremazione dei malati. Le Chiese, sia quelle protestanti che quelle cattoliche, iniziarono a far sentire la propria voce contro la pratica dell'eutanasia. Hitler, di fronte alla marea di proteste, decise di sospendere l'Aktion T4 impartendo l'ordine orale a Brandt e a Bouhler.
L'azione di eutanasia era ufficialmente finita, ma l'eliminazione dei "malati di mente" non era terminata: iniziava quella che i medici tedeschi chiamarono "eutanasia selvaggia" e un'altra "Aktion" ancora più segreta: la "Aktion 14F13".
L'inizio dell'Aktion 14F13
Quando l'operazione eutanasia iniziò ad entrare in crisi per la troppa opposizione cresciuta in Germania, Himmler, il responsabile politico della "risoluzione finale", ne approfittò per usare la struttura per i suoi fini. Nella tarda estate del 1941 Himmler ordinò che i prigionieri affetti da malattie di mente dei campi di concentramento fossero sottoposti a controlli medici. Lo scopo era eliminare tutti coloro non in grado di lavorare. Secondo Himmler il personale medico incaricato di svolgere le "visite" doveva essere esterno per garantire maggiore affidabilità . Himmler si rivolse a Philipp Bouhler chiedendogli di mettere a disposizione un gruppo di psichiatri esperti. Bouhler incaricò Viktor Brack di organizzare l'operazione. La commissione medica che Brack mise insieme proveniva direttamente dalle fila della Aktion T4. La commissione doveva recarsi: in tutti i campi di concentramento per visitare malati di mente, psicopatici e detenuti ebrei. L'intera operazione ebbe il nome di "Aktion 14F13" dalla sigla del formulario utilizzato nei campi per registrare i decessi. I "selezionati" dovevano essere inviati nelle cliniche di eliminazione e gasati.
Le operazioni segrete dell'Aktion 14F13
Non è possibile stabilire quante persone vennero uccise nel quadro della Aktion 14F13. Occorre tenere presente che nell'ambito della operazione venivano eliminate persone non affette da nessuna malattia. In più le visite della commissione si svolgevano in modo assolutamente approssimativo e superficiale.
Unnü tze Esser
Il nazifascismo fu oltremodo coerente nel ridurre in schiavitù popolazioni e singoli individui e nell'annullarne ogni diritto alla libertà . Con una sola eccezione. Con un decreto datato 1 settembre 1939, firmato da Hitler (era il giorno dello scoppio della seconda guerra mondiale), fu deciso di rendere liberi per mezzo della morte gli "unnü tze Esser" (le bocche inutili). E cioè ... "tutte le persone che, a giudizio della gente e dopo attenta visita medica, risultano incurabili". Lo stesso capo del Reich sosteneva che lo stato non poteva permettersi il lusso di spendere denaro e sacrificare beni per mantenere in vita persone che "neanche si rendono conto di esistere". Così nacque il famigerato "Programma Eutanasia" che denominarono con la sigla T-4 dall'indirizzo del loro quartiere generale - Tiergartenstrasse 4, Berlino.
Nell'anno dell'elaborazione del programma c'erano, secondo una stima, circa 500 mila "bocche inutili", "consumatori inutilizzabili" o "involucri mortali vuoti" sul territorio del Reich. Ufficialmente il programma si riferiva ai malati di mente ed agli incurabili. Ma presto fu chiaro che il concetto di "unnü tze Esser" era estensibile a tutti i malati ebrei ricoverati negli ospedali, e che il programma T-4 poteva essere utilizzato con successo in tutti i casi in cui si voleva liberare il Reich da soggetti indesiderabili. Perciò ogni ospedale, ricovero ed istituto psichiatrico ricevette uno stampato per ogni paziente. Le 50 domande dello stampato avevano assai poco a che fare con la medicina. Secondo una stima del Tribunale Internazionale di Norimberga, il programma T-4 uccise 275mila persone.
Per mascherare questa ignobile carneficina, il ministero degli interni aveva ordinato che i malati condannati a morte fossero mandati in diversi ospedali, perchè se ne perdessero le tracce, prima di essere definitivamente inviati in uno dei centri per l'eutanasia. In ognuno di questi centri avevano istituito commissioni mediche speciali col compito di inventare cause di morte e darne poi comunicazione alle famiglie. A queste ultime veniva spedita un'urna con le ceneri del congiunto "scomparso purtroppo dal mondo dei vivi".
Le proporzioni del massacro e le numerose imprudenze compiute, per troppa fretta, portarono, nonostante tutte le precauzioni, alla luce la verità . Qualcuno, per esempio, aveva ricevuto due urne, in tempi diversi, con le ceneri della stessa persona. Altri erano stati informati della morte di qualcuno che nel frattempo era tornato a casa. Al ministero degli interni arrivavano a valanga lettere firmate ed anonime: "Mi avete informato della morte di mio figlio per appendicite. Ma a mio figlio l'appendice è stata tolta dieci anni fa...". "Mi sembra assai improbabile che le mie due sorelle siano morte nel giro di due giorni... Nessuno potrebbe convincermi del fatto che sia una pura coincidenza". Il centro più importante per l'attuazione del programma eutanasia era il castello di Hartheim, vicino a Linz. Lì , tra splendide colonne di stile rinascimentale, sperimentavano i metodi più svariati di eliminazione: combinazioni di gas elaborati scientificamante, iniezioni tossiche e le tecniche più efficaci di omicidio. Questi orrendi crimini venivano commessi nelle cantine del castello. Attraverso gli spioncini intagliati nelle porte, gli scellerati medici nazisti controllavano, col cronometro in mano, l'agonia delle vittime. Registravano con teutonica precisione il momento in cui subentrava la morte, quanto e come si dibatteva la vittima in relazione al tipo di procedura attuata. Filmavano le scene e poi le osservavano al rallentatore perchè gli esperti potessero studiare con la dovuta minuziosità la morte o meglio il modo di procurare la morte.
Volevano elaborare dei metodi capaci di provocare, con scientifica precisione, la morte a grandi moltitudini e con grande rapidità . Non avevano tempo da perdere. " Noi dobbiamo sviluppare la tecnica dello spopolamento" sollecitava Hitler. "Se mi chiederanno che cosa intendo per spopolamento, risponderò che penso alla sparizione di interi gruppi etnici". Mentre tutto questo succedeva ad Hartheim, a Berlino - più precisamente a Wannsee ( che si trova alla periferia di Berlino) - firmavano un verbale relativo allo sterminio di 11 milioni di ebrei. Li avrebbero seguiti gli slavi, 20 milioni, nella prima fase.
Alcuni anni dopo, gli "unnü tze Esser", le bocche inutili, le vite senza valore, nei campi di sterminio erano diventate milioni. I timidi esperimenti nelle cantine di Hartheim erani approdati a dimensioni di massa. E mentre ad Hartheim medici depravati, attraverso lo spioncino, osservavano alcune persone soffocare per mezzo di varie combinazioni di gas, a Auschwitz-Birkenau Rudolf Hö ss, comandante del Lager, e Mengele, medico capo, potevano presentare a Himmler e agli altri ospiti berlinesi, attraverso gli spioncini dei crematori 2 o 3, gli spasimi di 2000 vittime per volta, asfissiate, tra pene atroci, dal Cyclon B. E, dopo appena qualche minuto, lo spettacolo di 2000 corpi intrecciati, senza vita, "vuoti involucri mortali".