RUDOLF HOSS
Rudolf Hoss nacque il 25 novembre del 1900 a Baden Baden. Divenne volontario della Croce Rossa e nel 1916, a dispetto della volontà della famiglia, che desiderava iniziasse la vita sacerdotale, il giovane Hoss partì volontario, all'età di soli 16 anni, con il ventunesimo Reggimento dei Dragoni del Baden subito dopo la morte del padre. Il 20 settembre 1933 fu nominato cadetto delle SS. Negli anni compresi tra 1934-1938 ricoprì diversi incarichi nei campi di concentramento, iniziando quella carriera all'interno dell'amministrazione concentrazionaria che non avrebbe più abbandonato fino alla fine del conflitto. Nel 1935 Hoss prese servizio presso il campo di Dachau.

Hoss trovò a Sachsenhausen un'ambiente più congeniale rispetto a Dachau e provò sempre il massimo rispetto per il comandante Baranoswki che egli vedeva come modello del vecchio capo SS e nazionalsocialista, duro ed inflessibile, rigoroso in tutte le questioni di lavoro.
Il 4 maggio 1940 Hoss fu nominato comandante di un Lager che avrebbe dovuto lui stesso costruire dopo aver proceduto alla requisizione di una vecchia caserma polacca situata nei pressi di Oswiecin, conosciuta allora con il nome tedesco di Auschwitz. Si mise immediatamente all'opera per essere pronto quando prima a ricevere i numerosi deportati previsti, utilizzando i primi deportati per i lavori di sistemazione del Lager e di riparazione delle caserme che erano state danneggiate nel corso dei combattimenti seguita all'invasione tedesca della Polonia. Nell'agosto del 1941, dopo l'incontro con Himmler, Hoss ebbe un'incontro con Adolf Eichmann per discutere la Soluzione Finale della questione ebraica, famoso termine dietro il quale si nascondeva la Shoah del popolo ebraico. L'incontro puntualizzò alcune questioni tecniche: si decise l'impiego del gas, non ancora precisato, per le previste uccisioni visto che la morte mediante fucilazione sarebbe stato un compito troppo pesante e poco efficiente per le SS destinate all'incarico. Il 3 settembre 1941 mentre Hoss era impegnato in un viaggio di servizio, il suo vice Karl Fritzsch trovò una soluzione al problema che affliggeva Hoss e Eichmann relativo alla scoperta di un gas in grado di risolvere il problema delle uccisioni. Fritzsch riferì sui risultati del suo esperimento che Hoss fece ripetere con un successivo gruppo di deportati russi, per verificare personalmente l'efficacia. Nel suo ultimo incontro con Himmler, quando ormai era chiara la sconfitta della Germania, ottenne una capsula di cianuro. Fuggi assumendo la falsa identità di Rudolf Lang. Catturato nei giorni immediatamente successivi al termine del conflitto dalle forze inglesi, Hoss fu rinchiuso in un campo di prigionia per uomini delle SS, ma chi l'aveva catturato non s'accorse della sua reale identità e presto venne rilasciato. Per i successivi otto mesi le autorità Britanniche cercarono di risalire ad Hoss attraverso la famiglia che venne tenuta sotto stretto controllo. L'11 marzo 1946 la signora Hoss confessò il nome fittizio e il luogo dove si nascondeva il marito. Fu catturato lo stesso giorno dalle forze Britanniche. In seguito ad un primo e rude interrogatorio egli firmò, il 14 o 15 marzo, una dichiarazione che descriveva a grandi linee le operazioni di sterminio portate a termine nel complesso ad Auschwitz. Il 25 maggio 1946 fu trasferito in Polonia per rispondere in giudizio dei crimini che aveva commesso ad Auschwitz e venne imprigionato a Cracovia. Il 2 aprile 1947 egli venne condannato alla pena di morte mediante impiccagione eseguita il 16 aprile 1947 davanti all'ingresso del crematorio di Auschwitz.